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Crociera ai Caraibi: dagli schiavi ai duty free

Viaggioni da turisti?

La crociera ai Caraibi è spesso sottovalutata o vista come l’estrema espressione della vacanza di massa. La prenoti perchè costa poco, perchè in poco tempo riesci a vedere un sacco di cose, divertirti, mangiare e bere senza problemi o limiti e sentire il profumo del mare mentre questo grande albergo galleggiante si sposta da un’isola all’altra. Tra costumi da bagno, abiti da sera, foto su finti fondali e grande senso dell’orientamento per non  perdersi sui vari ponti, ci si gode una settimana di turismo bieco e pagano, ma molto godurioso.

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Basta pensarci

Sulle navi non ve lo dice nessuno, sono tutti così occupati a spostarsi da un ponte all’altro, da un buffet all’altro, ma la crociera ai Caraibi attraversa un mare ricco di storia. Quando prenoti ti sbobinano una serie di nomi di isole e isolette con itinerari che durano più o meno una settimana, toccando alcune delle isole e  dei porti più interessanti dei Caraibi, ma nessuno ti racconta che tra quelle onde, su quelle spiagge troverai tanta storia, sofferta e disperata, che ha cambiato persone e paesi.

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Un fitto incrocio di sangue e cultura

Questo angolo di mondo è stato infatti teatro di una lunga avventura umana che si riflette nel sangue misto e nei volti dei meticci della gente (dove se non ai Caraibi è possibile vedere un cinese nero?), nella lingua spesso contaminata di inglese, francese, spagnolo, nella cucina dai sapori forti e contrastanti, nell’incontro tra ritmi afro e melodie spagnole, in una frammentazione che fa del Caribe una zona a sovranità variopinta o limitata: ogni isola uno stato o una colonia d’Oltremare.

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Dall’Inghilterra alla Danimarca

Grande natura quindi, ma anche sorprendenti architetture, come a St. Croix che ora è territorio statuinitense, ma fino al 1900 fu una colonia danese come è facile capire dal nome delle cittadine di Frederiksted e Christiansted. Quest’ultima in particolare è punteggiata di una serie di case di legno in puro stile scandinavo che dai campi si allungano verso la baia dominata da Fort Christian, per secoli avamposto danese a guardia di quel luogo crimine che fu la tratta degli schiavi.

Dagli schiavi ai duty

Danese è anche la storia coloniale dell’isola statunitense di St. Thomas, la cui altura principale non per niente reca il poco caraibico nome di Frederiksberg, e il cui centro urbano continua a chiamarsi Charlotte Amalie, in omaggio alla moglie del sovrano danese Cristiano V. Contrasti, quindi, dissonanze storiche e culturali che si ricompongono solo sul fronte sfrenato dello shopping delle isole: la folla dei negozi duty free di St. Thomas è infatti degli eredi di quello che per secoli fu il principale punto franco dei Caraibi.

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La meraviglia delle scoperte

Tutto ciò fa pensare a quanto spesso ci confondano le cose leggere e alla portata di tutti. Si minimizza, si snobba: le isole, il sole, la sabbia bianca e la musica della nave da crociera spostano l’interesse a ciò che accadde qui tra le onde. Sulle stesse onde, negli stessi mari trasparenti la vita di tantissime persone ha avuto una fine o un inizio non previsto. Le razze e le usanze si sono miscelate con dolore e fatica. Non è solo una crociera ai Caraibi per chi sa valutare la bellezza del viaggio, la scoperta dei luoghi, la meraviglia del conoscere e vedere.

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