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GRENADINE: CROCIERA DA MARTINICA ALLE GRENADINE

Una bellissima crociera da Martinica alle Grenadine

E’ facile organizzare una crociera da Martinica alle Grenadine direttamente sul posto. E’ costoso ma bellissimo. Si possono noleggiare in ogni agenzia barche di tutti i tipi dal semplice e spartano catamarano ai lussuosi yacht con tanto di personale e cuoco a richiesta. In ogni caso, con lusso o semplicità, si parte di buon mattino dalle coste della Martinica, tra i gabbiani che volano bassi sui pescherecci. Direzione Grenadine, verso sud, assolata rotta benedetta dall’eliseo.

Le premesse sono ottime: mare azzurro e trasparente, vento a favore e incantesimi tropicali che ci condurranno verso Saint Lucia e Saint Vincent fino alle cento e più isole dell’arcipelago delle Grenadine, la meta finale del nostro viaggio.

E’ davvero il paradiso dei velisti di tutto il mondo

terre di balenieri e pirati, ex territori della corona britannica, teatro di imprese e scontri leggendari. Le isole maggiori Beqia, Mustique, Mayreau, Union Island, Canouan, Petit Saint Vincent e Tobago Cays attirano ogni anno centinaia di diportisti che arrivano da tutto il mondo per navigare in baie solitarie, su barriere coralline, guardando palmeti e comunità di pescatori, approdando però in marine ben organizzate. E poi c’è il vento, tantissimo e buono che fa volare gli scafi.

Dopo poche ore di navigazione già si vedono i Pitons di Saint Lucia, i due faraglioni che hanno fatto di quest’isola la Capri dei Caraibi. Arrivati nel fiordo di Marigot Bay gettiamo l’ancora in una delle baie più protette e sicure al mondo. Possiamo scendere a terra per la cena, sulla punta della baia, protetta da quinte di palme e sabbia. I colori accecano e nelle orecchie risuona oltre alle onde, la musica beguine e salsa.

La sera cala improvvisamente e con lei il vento

Dormire in barca non è comodo, ma ci si adatta e ci si sveglia presto perchè si riparte all’alba. Superiamo spiagge, scogliere e piccoli villaggi fino ad arrivare alla sagoma scura di Saint Vincent, la Tahiti dei Caraibi.

Ci accolgono vulcani imponenti e faraglioi affilati: una geologia strong considerato che il vulcano La Soufriére è ancora attivo e temuto dagli ultimi indiani dei caraibi che vivono alle sue pendici. Sono molte anche le comunità rasta che coltivano frutta verdura e naturalmente marijuana.

Se guardi Sanit Vincent dal mare capisci perché è chiamata la Perla Nera

Immense colate di lava, terrazzamente scuri e silenziosi villaggi di montagna. Dopo mezza giornata di navigazione ce la lasciamo alle spalle.

Arriviamo a Bequia, terra di cacciatori di capodogli e maestri d’ascia, la più grande dell’arcipelago. Qui idrotaxi sfrecciano tra le imbarcazioni vendendo qualsiasi cosa: magliette, cappelli di paglia, frutta e crostacei.

La mattina dopo arriviamo alla baia di Mustique, forse l’isola più esclusiva del pianeta, buen retiro esotico di parecchie rockstar, politici e multimilionari (Mick Jagger, Tommy Hilfiger, David Bowie, ecc). Passiamo davanti al Cotton House, uno dei più eleganti hotel caraibici che affitta anche ai comuni mortali le case dei supervip (a prezzi quasi ragionevoli). C’è un campo da golf, un aeroporto privato, un centro per l’equitazione e un minuscolo villaggio ben curato per ospitare i lavoratori di Mustique. Al porto sono noleggiabili i cart e visitare sia le bellezze dell’isola che le ville dei vip. E dopo un bagno nelle acque turchesi della baia si riparte.

La mattina seguente superiamo alcune isolette e la nostra meta è già in vista. La splendida laguna di Tobago Cays si apre inaspettatamente bloccando il respiro. Cinque isolotti disabitati circondati da una spiaggia color borotalco e acque incredibilmente turchesi proteggono un tratto di mare benedetto dalla natura.

Petit Bateau, Petit Rameau e Barbarel, i tre scogli più grandi, galleggiano sulla barriera corallina come eden in miniatura. La rada è affollata di yacht a vela, ma c’è posto per tutti e ognuno può scendere in spiaggia, fare snorkeling o passeggiare in canoa.

Ed è qui, in mezzo al mare azzurro, che ti rendi conto che la perfezione esiste.

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