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Fantasmi e magia nera a Zanzibar: esotismo e relax

Zanzibar dei turisti

vs Zanzibar della storia

C’è una grande tradizione primordiale, credenze popolari, fantasmi e tanta magia nera a Zanzibar. Ai turisti non sembra importare: Zanzibar ha spiagge incantevoli e hotel accoglienti collegati con il mondo per mezzo di linee internet velocissime. Non immaginano che a poca distanza dalla loro camera, si celebrino ancora antichi riti vudù. Eppure, anche questo è un lato di Zanzibar da conoscere, avvolto da un fascino oscuro e perverso. Per cercarne le origini e le motivazioni, dobbiamo tornare indietro, nella sua storia, movimentata da conquiste e occupazioni.

Dall’ Oman alla Tanzania

e la fine di una favola

Un tempo, Zanzibar era un sultanato omanita e del protettorato inglese e la sua influenza abbracciava una fascia di costa africana che andava dall’Eritrea al Mozambico e faceva sentire i suoi effetti fino nel cuore più oscuro del continente. Erano ancora i tempi della Zanzibar misteriosa, capace di alimentare leggende e le fantasie. Gli occidentali la immaginavano estremamente ricca, odorosa di penetranti profumi di spezie e patria di avventurieri e di mercanti di schiavi e di flotte. Ma questo mondo di favole buone e cattive è durato poco, spazzato via in un mese tra il 1963 e il 1964, da una rivoluzione capace di consegnare in un sol colpo tutto l’arcipelago alla Tanzania.

Fuga da Zanzibar

l’arrivo dei turisti

Da quel momento è iniziata la fuga della gente dalle isole verso il continente, che viene ancora oggi ostacolato da una fittissima rete di controlli. Anche questo era Zanzibar, già fulcro del mercato mondiale dei chiodi di garofano e di buona parte di quello degli schiavi, traffico protrattosi clandestinamente da queste parti ben oltre il 1918, dopo la formale abolizione britannica di quarant’anni prima. Zanzibar è un angolo d’Africa con una barriera corallina e un mare turchese che ne fanno uno dei paradisi turistici più sognati del mondo. L’arcipelago è composto da due isole calde e lussureggianti, Zanzibar e Pemba, ma sotto molti aspetti anche radicalmente differenti tra loro, circondate da un pugno di isolotti minori raggiungibili solo in barca e popolate da comunità di pescatori.

Pemba e Tumbatu

riti di magia nera

Con il tempo Zanzibar ha ripreso le tradizioni che affondano le radici nell’Africa nera, riattizzando il fuoco di una cultura vudù mai spentasi fino in fondo. Così le isole si sono ritrovate ad essere popolate di fantasmi e spiriti di schiavi e antenati, scatenando una grande interesse per l’esoterismo. Così la magia nera a Zanzibar si compie nelle foreste all’interno dell’isola di Pemba e nelle calette appartate dell’Isoletta di Tumbatu. Si tengono lontano la polizia e i turisti, soprattutto dalle aree a loro non riservate, perchè i loro riti sono vita e sono Africa. Così tra le palme si fanno riti antichi e magici, si evocano spiriti e divinità, si sacrificano animali per ottenere ricchezza, amore e salute.

Aura dorata

spirito nero

Ma lo spirito nero di Zanzibar è celato dall’aura dorata che avvolge le isole, paradiso delle spezie e delle spiagge tropicali, luogo ideale per rifarsi una vita o anche solo per godersi alcuni giorni di vacanza sorseggiando cocktail a 40 gradi all’ombra, anche se aleggia nel cielo quasi fosse caligine. La suggestione si tocca con una mano e tavolta si compra al mercato, come erbe magiche altri ingredienti per riti di magia nera. Ma i turisti vivono così beati e ignari di tutto nei villaggi o nei pochi hotel dal sapore coloniale, al fresco delle verande, coccolati dai camerieri e abbacinati dal biancore della sabbia bagnata dall’immancabile mare azzurro dove, al tramonto, il sole si tuffa colorando tutto di rosso.

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37 commenti

  1. Molto interessante questo articolo!
    Mi viene quasi da piangere pensando che sarei dovuta andare proprio a Zanzibar a gennaio! Chissà se riuscirà prossimamente!

    1. Zanzibar non si muove. E tra poco cominceremo a muoverci noi!

  2. Qualche tempo fa ho visto un documentario che si chiama Dark Tourist, dedicato appunto al turismo esoterico, e se non sbaglio una delle puntate era dedicata a Zanzibar. Da un lato è un aspetto che mi incuriosisce, però allo stesso tempo mi spaventa a morte per cui mi sa che mi dedicherei alla spiaggia e al paesaggio!

    1. I vari riti sono molto nascosti e quindi puoi stare tranquilla! Si fa magia ma non sembra!

  3. Ero a conoscenza del fatto che a Zanzibar, così come in buona parte dell’Africa Centale, si praticasse la magia vudù e i riti tribali: del resto molti di essi sono riti di passaggio per dientare adulti e quindi propri di alcune culture.

    1. Zanzibar è un mix di culture così eterogeneo che ha coinvolto anche le tradizioni più noir.

  4. Anna Rita Fabiani dice:

    Questo aspetto di Zanzibar mi era del tutto ignoto, però mi sembra di capire che questi riti sono “vietati” ai turisti, sarebbe bello saperne di più

    1. Quando si va a Zanzibar, generalmente si fa vita da spiaggia, godendosi le bellezze del mare. Difficilmente si approfondisce la storia di quest’isola che è un crogiolo di tradizioni e religioni. I turisti non conoscono molte usanze e forse è meglio così. Però è sufficiente parlare con i locali, chiedere, farsi raccontare e scopri tantissime cose. Ovviamente tutti i riti tradizionali sono fatti in modo clandestino, ma ci sono. Questo rende l’isola ancora più esotica.

    2. Non ti diranno molto: se riesci a farti portare a Tumbatu, puoi chiacchierare con i locali, ma più di tanto non ti raccontano.

  5. Non conoscevo affatto questo aspetto di Zanzibar. Sono abituata a immaginare questo posto come meta di vacanze da sogno. Per fortuna le aree in cui si pratica la magia sono interdette ai turisti, sarebbe piuttosto spiacevole diventare vittime sacrificali…

    1. Le vittime sono solo povere galline e i turisti vengono tenuti lontano, per fortuna!

  6. Non so quanto di quello che tu hai raccontato possa essere visibile agli occhi dei turisti, molto poco se non niente del tutto mi sembra di capire… ma è un gran peccato perché a parte l’indiscussa bellezza del suo mare, è la cultura che rende quest’isola così interessante!

    1. Nulla è visibile ai turisti: forse a Tumbatu (se ci vai in escursione o trovi qualcuno che ti porti) puoi accorgerti di qualcosa di strano. Ma anche solo sentirne parlare dai locali da all’isola un’aspetto nuovo.

  7. Grazie, bellissimo post. Una storia davvero poco conosciuta ma affascinante…

    1. Grazie!

  8. molto interessante questo racconto inedito su Zanzibar…io però se ci andassi mi limiterei a fare la turista 🙂

    1. Non puoi fare altrimenti. C’è una parte culturale e tradizionale di Zanzibar interdetta ai turisti. E forse, è meglio così.

  9. Molto interessante questo aspetto di Zanzibar, isola che ho adorato e che mi ha lasciato un grande mal d’Africa

    1. Zanzibar ha molte facce: basta chiedere in giro e scopri un sacco di cose…

  10. sferri81 dice:

    Questi rituali anche se così lontani dalle nostre culture e modo di concepire la vita mi affascinano tantissimo e darei qualsiasi cosa per assistere e percepire bene le loro credenze ed il loro simbolismo.
    Articolo davvero interessante!

    1. Purtroppo i turisti sono banditi da questo loro mondo chiuso. E forse è meglio così: i turisti riuscirebbero a contaminare anche queste tradizioni.

  11. Non avete avuto timore dei riti di magia?
    A me danno i brividi!

    1. Non puoi assistere. Sono zone interdette a tutti. Sai che di fanno riti, ma nessuno può vedere

  12. ERMINIA SANNINO dice:

    Effettivamente se ne sa davvero poco. Personalmente non conoscevo questo aspetto di Zanzibar, ma allo stesso tempo non mi stupisce. In Africa ci sono un’infinità di tribù legate moltissimo a questo genere di riti, per cui, non mi stranisce che anche li si pratichino. La bellezza di questa isola, ad ogni modo, strega anche senza magia 😉

    1. Ma con un pizzico di magia nera e di storia è più interessante!

      1. Un nuovo punto di vista sulla bellissima Zanzibar. È bello leggere un approfondimento sulla sua storia difficile e scoprire la persistenza di tradizioni e riti nonostante tutto!

        1. A Zanzibar rimane ben poco su cui contare: turisti e tradizioni.

  13. antomaio65 dice:

    Come sempre il tuo articolo è interessantissimo e va oltre l’apparenza dei luoghi per arrivare alla loro anima. Sono arrivata a Zanzibar con quel bagaglio di aspettative che descrivi, immaginando un luogo ancora misterioso e mi sono trovata catapultata in una realtà da resort. Non posso dire che non mi sia piaciuta l’isola, è meravigliosa, ma non ne ho colto l’essenza come invece tu hai saputo fare così bene.

    1. Sono arrivata nello stesso modo, ho fatto un giro a Stone Town e mi sono detta “non può essere tutto qui”. Zanzibar ha una lunghissima storia e il turismo di oggi la svilisce. Fortunatamente mi sono fatta convincere ad una escursione a Tumbatu, consigliata da una italiana residente. Ho scoperto l’anima nera e legata al passato di Zanzibar.

  14. Hai ragione anch’io non conoscevo questo aspetto di Zanzibar e ti ringrazio per averne parlato. Quasi sempre quando si visita un posto come turisti non ci si addentra bene nella vita quotidiana e si perdono aspetti importanti che invece bisognerebbe approfondire.

    1. Tutti i luoghi nascondono segreti e magia. Sono molto curiosa e spesso basta chiedere ai locali per scoprire cose incredibili!

  15. Io, come te, amo molto approfondire i miei viaggi dal punto di vista culturale. I viaggi ne escono così molto più ricchi! Mi piacciono le tradizioni, gli usi e tutti gli aspetti meno turistici. Bellissimo articolo!

    1. Grazie! In ogni luogo ci sono curiosità incredibili e poco conosciute. Basta chiedere ai locali…

  16. Un lato oscuro lontano dall’immaginario turistico… chi lo avrebbe mai detto! Il visitatore ne sarebbe spaventato o incuriosito? Personalmente cercherei di non intralciare le loro usanze e credenze, godrei solo del loro mare meraviglioso e paesaggi mozzafiato

    1. Infatti: i turisti non se ne accorgono. Le zone dedicate alla magia sono interdette a tutti.

  17. Beautiful oceanfront photography ~ thanks for sharing 🙂

    1. Thank you!

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