Piccole manie
comuni a tutti i viaggiatori
Nel corso degli anni ho conosciuto tantissimi viaggiatori ed ho scoperto che tutti abbiamo in comune abitudini in viaggio, regole, manie e superstizioni che seguiamo e conserviamo gelosamente. C’è chi non parte mai senza uno specifico oggetto, chi fa elenchi dettagliati di abiti e accessori da mettere in valigia, chi compra guide e libri sulla destinazione che andrà a visitare e chi invece parte con solo due cambi per tornare carico di ricordi. Con molta curiosità mi sono tuffata tra le pagine dei vari blog per un confronto e verificare se le mie abitudini in viaggio sono comuni o al limite del patologico. Ne ho scoperte moltissime e molto divertenti, voglio quindi condividere anche le mie per non far sentire soli i viaggiatori metodici e abitudinari.
Abitudini in viaggio
prima, durante e dopo
Tutto inizia con la programmazione: ho infatti cadenze e abitudini maniacali prima della partenza. Poi, durante i viaggi sciolgo le briglie e corro incontro a tutto ciò che mi capita, totalmente sregolata, ma attenta a seguire i programmi che ho impostato prima di partire. Ci sono però riti e modalità ai quali non riesco a rinunciare. Sono abitudini ormai assodate e irrinunciabili, che farei molta fatica a modificare o rivedere. Sono una parte imprescindibile del viaggio.
Prima abitudine in viaggio
la prossima meta
Ho moltissime abitudini e regole da rispettare religiosamente e insieme il contrario: un continuo seguire i soliti schemi e cercare di romperli, ma ciò non vale per il periodo pre-partenza. La prima abitudine irrinunciabile entra in vigore il giorno stesso del ritorno da un viaggio: già in aereo la mia mente comincia ad arrovellarsi e continuerà per diverse settimane a seguire con un unico predominante pensiero: “quale sarà la prossima meta?”. Da quel momento attenta e ponderata riflessione sulle destinazioni da prendere in considerazione per il prossimo viaggio. Lunghe ricerche e riunioni di famiglia per decidere la meta adatta a tutti. E appena si rientra si ricomincia.
Seconda abitudine di viaggio
cercare di mettere tutti d’accordo
Non viaggio sola, ma con un marito che, come in ogni commedia all’italiana e anche nella vita comune, è il mio opposto e contrario: io per la storia e lui per la natura. Con noi viaggia anche una figlia adolescente, combattuta tra due identità contrapposte, in lotta l’una per lo shopping ossessivo compulsivo e l’altra per la curiosità di una bertuccia alla scoperta di ogni angolo del paese che andremo a visitare. Non è facile accordarci sulla meta da visitare: è nostra abitudine confrontarci e cercare di convincerci vicendevolmente sulle bellezze di un luogo piuttosto che un altro, il tutto corredato di documentazione fotografica e video. Nell’attesa di una decisione unanime, facciamo viaggi virtuali lunghissimi e bellissimi.
Terza abitudine di viaggio
informarsi sulla cultura e la storia
Con i biglietti ormai in mano non do pace alla mia famiglia, coinvolgendoli in ricerche e letture relative alla storia, alla cultura e alla geografia della nostra futura destinazione, per assicurarmi che partano preparati, perché un popolo lo si conosce da ciò che ha vissuto e ci si rapporta in base a ciò in cui crede, per il rispetto di usanze e tradizioni. È dovere di ogni ospite essere rispettoso ed educato, è sicuramente una buona abitudine in viaggio.
Quarta abitudine in viaggio
pianificazione precisa e meticolosa
La fase più incandescente tra le abitudini in viaggio è quella della programmazione: tre diverse necessità, tre diversi gusti e tre diverse aspettative da unire e mescolare per generare un piano tattico, saltellando da un luogo all’altro accontentando ognuno di noi. Si passa quindi da paesi a mercati tipici, da visite naturalistiche a musei e resti archeologici, pianificati con un preavviso tale da evitare ogni lamentela o recriminazione. Si stravolgono piani, si discute, si minaccia e si utilizzano ricatti morali e sorrisi ruffiani per arrivare ad un programma dettagliato e senza attimi di pausa.
Quinta abitudine in viaggio
nessuna regola!
Una volta partiti, tutte le regole e le abitudini in viaggio vengono dimenticate e ci si gode il tempo, le emozioni, lo stupore e il divertimento senza alcuna regola. O meglio sregolati ma con tanto rispetto e tanta educazione, perché un luogo lo si visita in silenzio, con ammirazione e umiltà. E allo stesso modo ci si rapporta con le persone, gli animali e le cose. Finalmente ci si può lasciar andare e non diventa anche più conciliante la programmazione dei giorni e delle cose da vedere. Con il relax vacanziero ci si accorda più facilmente.
Sesta abitudine di viaggio
le borse di tela
Il ritorno è sempre triste. E la tristezza inizia dalla chiusura dei bagagli, manovra decisamente impegnativa considerato il numero di oggetti tipici che riusciamo a portare a casa. E’ ormai assodata usanza comperare sul posto una borsa o un contenitore per aumentare di un’unità il nostro bagaglio a mano. Da un paio d’anni a questa parte metto in valigia un paio di borse di tela leggera per evitare la “caccia al borsone” che spesso può non essere facile. Ed eccoli a casa, tutti i nostri ricordi, esposti sui mobili delle varie stanze, icone di meravigliosi viaggi in famiglia.
E adesso che ho confessato tutte le mie abitudini in viaggio, le manie e le regole, mi racconti le tue?
Ti è piaciuto? Ti può servire?
Pinnalo!
Mi piace questo pianificare tutto per poi lasciar perdere ahahah! Presto arriverà anche il mio post 😉
Però passiamo bellissime serate tra tisane, guide e computer e quando arriviamo sappiamo davvero tutto! E’ bello viaggiare anche virtualmente!
Bellissimo! Quando scrivo i miei racconti penso spesso a chi non può viaggiare: mi piace pensare che viaggino attraverso le cose che scrivo, con i miei occhi!
Non faccio altro tra un viaggio e l’altro…
Ho letto con molto piacere il tuo post e le tue travel rules
Ps: bellissime le foto della tua famiglia sorridente
Grazie! Aspetto le tue regole e i tuoi sorrisi!
Mettere d’accordo tutti deve essere piuttosto impegnativo allora!! Però c’è da dire che i vostri diversi interessi arricchiscono il viaggio di sicuro portandovi a visitare un luogo a 360 gradi 🙂
Senza dubbio. Io sono la parte più culturale, mio marito quella naturalistica (pensa che chiama i resti archeologici “i sassi”!) e mia figlia la parte frivola che rallegra e stordisce. Insomma, ci divertiamo un sacco!