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Un po’ di sale e di zucchero nella storia di Anguilla

La storia di Anguilla

isola silenziosa

Anguilla non è sempre stata un angolo di paradiso per vacanzieri in costume da bagno. La storia di Anguilla non racconta di viaggi di nozze su spiagge bianche e cocktail con ombrellini vicino alla sdraio o di cene romantiche al chiaro di luna. Cinquant’anni fa Anguilla era solo un francobollo nel mare dei caraibi circondata da isole maggiori, più ricche e più avanzate. Solo grande silenzio ovattato dalla sabbia e lambito da un mare chiarissimo. Nient’altro, se non l’eco della musica dei villaggi turistici al di là del mare.

Un po’ di zucchero

e un po’ di sale

Anguilla era troppo piccola per coltivare in maniera commercialmente decente la canna da zucchero, ma ci ha provato. Per quantità è stata schiacciata dalle isole maggiori sue vicine e quindi ha deciso di cambiare direzione. Per un certo periodo Anguilla, grazie alle sue saline naturali, ha fornito di cloruro di sodio all’industria degli idrocarburi: il sale, indispensabile in cucina, lo è altrettanto in raffineria dove assolve egregiamente una funzione di filtraggio del gasolio. Poi è arrivata la concorrenza di Trinidad & Tobago, e anche con il sale la storia è finita. La rotta economica di Aguilla sembrava segnata.

L’idea vincente

un’isola per turisti

Ed è a questo punto che qualcuno ha avuto l’idea: trasformarla in un’inamovibile nave da crociera extralusso ormeggiata nel bel mezzo del tepore dei Caraibi e ispirata ai principi della totale ecosostenibilità. Oggi, a una trentina d’anni dai primi insediamenti turistici organizzati è diventata la carta vincente di questo paradiso su scala ridotta. E a dimensione umana. Anguilla è il sogno segreto di ogni amante dei Caraibi.

Nessun disturbo alla natura

tanto silenzio e sostenibilità

Qui infatti non troverete grattacieli e mega-hotel, traffico e spiagge affollate, casinò e locali notturni come nella vicina St. Martin. E non troverete nemmeno la piccola criminalità che prospera in ogni luogo del mondo nel quale sia arrivato il turismo di massa. La scelta è stata di ridurre al massimo l’impatto ambientale del turismo, non solo sulla natura ma anche sulla popolazione dell’isola: il vantaggio più evidente per chi si è affacciato per ultimo al business del turismo è quello di poter imparare dagli errori commessi dagli altri. E ad Anguilla l’hanno fatto con pieno profitto.

Poca storia

grande impegno

La storia di Anguilla è molto silenziosa, aleggia tra le palme e ricorda a tutti quanto si può fare ed avere con la natura. Anguilla sorride tra i resort di lusso e l’ombra lunga della sera, guardando verso l’orizzonte aperto, grata e fiduciosa di aver trasmesso un importante messaggio: il rispetto per ciò che ci circonda e la protezione dell’ambiente.

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2 commenti

  1. viaggiacorrisogna dice:

    Che posto magico e nota di merito che non impatta sulla natura, per me aspetto fondamentale in ogni viaggio. Un esempio che dovrebbero seguire molti altri Stati, dando precedenza all’impatto ambientale piuttosto che al turismo.

    1. Purtroppo i costi per i turisti si alzano: a molte isole spesso non conviene perché si riducono le prenotazioni.

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