Il Vietnam conta almeno sessanta gruppi etnici e i Tay, che superano il milione, abitano la parte settentrionale del paese, in una regione ricca di cascate, valli e fiumi. Sono il secondo gruppo etnico più numeroso dopo i Viet. Vivono in piccoli villaggi in piccoli gruppi di case che prendono il nome dalle montagne o dei fiumi della zona, vivendo soprattutto di agricoltura e di pastorizia.
Si vestono in modo semplice, di nero o blu in molte delle sue gradazioni, con pochissimi decori. La loro sobrietà dipende forse dal loro modo di vivere molto semplice e in armonia con la natura. Le donne indossano una gonna larga fino al ginocchio mentre gli uomini hanno spesso pantaloni alla caviglia, al cui lato dondola legato in vita un attrezzo agricolo simile al machete. Sia uomini che donne indossano un copricapo di solito nero, sobrio ed essenziale a decoro di sorrisi ampi e sinceri. Per raggiungerli e conoscerli, il modo migliore è affittare un pulmino o una jeep con guida, in una agenzia di Hanoi.
La prima tappa è Cao Bang, a 272 chilometri dalla capitale, in pratica un giorno di viaggio lungo la statale 3 asfaltata, ma piena di buche. Qui si possono affittare motorini o si può chiedere di essere accompagnati alle cascate Ban Gioc, spettacolo inaspettato della natura. Distano circa 90 chilometri da Cao Bang, alla fine di una strada suggestiva tra risaie e campi coltivati. Sono le cascate più famose del Vietnam, divise in tre livelli creando una cristallina scalinata. Le acque turbolente arrivano dal fiume Quay.
A Cao Bang ci si può fermare per la notte e uno degli alberghi che offre servizi e confort migliori è il Bang Giang Hotel. Ed è meglio riposare bene perché il giorno dopo bisogna affrontare 85 chilometri su una strada piuttosto dissestata per arrivare al Parco nazionale dei laghi Ba Be. Il villaggio di Cho Ra è il posto base per le prossime escursioni ed è composto da un pugno di case disseminate su una strada sterrata che si perde nel buio.
Da qui si può scegliere tra un mini-trekking che sale verso la montagna o un’escursione lungo il fiume che separa due dei tre laghi Ba Be. Lungo il fiume, percorso su imbarcazioni dal fondo piatto, ben presto s’intravedono le case dei villaggi Tay.
I Tay vivono in palafitte di legno, tra piante di banane e campi coltivati. L’interno delle case è spazioso, con zona notte e zona giorno, dove l’ospite è accolto con un bicchiere di tè. Sono incontri, quelli con i Tay, dove anche con la presenza di un traduttore domina il silenzio, fra donne con i tipici vestiti tinti di blu e ragazzini che, dopo un attimo di curiosità, ritornano a giocare sul fiume.
D’altra parte, siamo nel loro regno. Guardarli tuffarsi o pescare è bello quanto incantarsi davanti alla natura in cui vivono. Vale davvero la pena addentrarsi tra queste campagne e tra le tradizioni di vite così lontane da noi.