Allontaniamoci dal mare, dalla folla
andiamo sotto, nelle miniere del Sulcis
Il Sulcis è la zona a sud-ovest della Sardegna, famosa per le sue lontane tradizioni e la sua vita silenziosa e appartata. Il suo territorio è selvaggio e solitario, in una zona riservata ai pochi che riescono a capirla, che riescono a viverla assaporandone il silenzio e i colori della terra arida e sabbiosa. E’ una terra con un grande e doloroso passato, fatto di lavoro duro e di sacrifici. Da qui sono passati tanti uomini pronti a scendere nella profondità della terra a caccia di metalli, pronti a morire per non morire. Le miniere del Sulcis sono una parte di storia italiana. Qui c’è il Parco Geominerario più grande del mondo.
Dentro la montagna
a caccia di fantasmi
Il mare di questa zona è forte e selvaggio: nel Sulcis ci vai soprattutto per questo ma non solo. Nelle montagne ci sono fantasmi da ricordare, cunicoli che sono stati la vita quotidiana di uomini e donne. Sono le miniere del Sulcis, ancora visitabili. Oggi su un trenino giallo i visitatori si avventurano dentro la montagna, sulle tracce di quei minatori che, quasi per un secolo e mezzo, affidarono alla ricerca del minerale (rame, piombo, zinco) la loro vita e la sopravvivenza delle loro famiglie. Scendono a guardare l’ascesa e la caduta di una grande avventura industriale, con le sue glorie e il suo tramonto, dove il pulviscolo ricopre i binari dei carrelli, ciò che resta dei macchinari, le tettoie arrugginite e i capannoni abbandonati.
I minatori del Sulcis
sardi, italiani ma non solo
Erano moltissimi i sardi impiegati nelle miniere del Sulcis ma era necessario anche l’aiuto di “lavoratori continentali” cioè immigrati e furono guai. Arrivarono infatti tedeschi, belgi ma anche veneti e bergamaschi: nessuno di loro era immune alle punture dell’anofele, diffusissima in quel periodo in tutto il territorio sardo, e la mortalità era altissima. L’economia era chiusa, la busta paga conteneva il salario già decurtato di beni e servizi che la proprietà forniva ai dipendenti, dal cibo, al carbone utilizzato per scaldarsi fino agli asili e le colonie per i bambini. Fu aperta persino una scuola mineraria (fondata nel 1912 da Quintino Sella) che ha formato decine di imprenditori minerari sardi. Tutta gente che ha passato la vita a risolvere questioni tecniche come perforare montagne o studiare drenaggi.
Studi approfonditi
opere incredibili
Tanto studio e altrettante opere realizzate in quel periodo: un esempio è quella vicino alla miniera costiera di Masua, dove un foro nella falesia di 600 metri con due tunnel sovrapposti, collegano la miniera al mare per facilitare il carico dei minerali. A quest’opera venne dato il nome di Porto Flavia, come la figlia del suo progettista. Ancora oggi la bocca nera della galleria si staglia a metà della scogliera come un occhio aperto sul grande faraglione la fronteggia: il Pan di Zucchero.
I fantasmi di Masua
i resti della Laveria Lamarmora
Ora a Masua rimane il grande compound deserto, il museo delle macchine da miniera, qualche baracca e un bar. Più in alto a Nebida, troviamo i resti della Laveria Lamarmora. Sulla sommità dell’altura di Monteponi, c’è la cosiddetta “casa dei polacchi”, alloggio destinato alle maestranze dell’est Europa, chiamate dalle società per il basso costo e soprattutto per il coraggio che avevano nell’eseguire lavori pericolosi, come gli scavi verticali. La zona è costellata di fabbricati con all’interno pezzi di macchinari, compressori, motrici e turbine utilizzati nelle miniere. La zona è facilmente raggiungibile da una fitta rete di strade e la maggior parte delle miniere si trova vicina alle vie di comunicazione e sono ben segnalate.
Visitare le miniere
un’escursione bellissima
La visita delle miniere del Sulcis è bellissima. Un mix di storia e curiosità, di divertimento e riflessione. Di norma d’estate le visite ai siti minerari attrezzati si svolgono in orari e giorni prestabiliti. Ogni miniera però ha le sue specifiche e quindi è meglio informarsi sul sito internet dedicato per orari, costi, disponibilità o eventuale prenotazione. Basta organizzarsi e programmare il giro di visite per vederle tutte. Basta una sola giornata, una giornata lontano dalle spiagge assolate per visitare il Parco Geominerario più importante al mondo.
Marvelous historical pictures and architecture ~ thanks for sharing
It is a historic mine in Sardinia, an Italian island.
Sorrido sulla parola “continentali”: avevo degli amici sardi e mi hanno raccontato le varie avventure/disavvenuture su questa parola (e le relative persone!). Adoro conoscere la storia dei vari luoghi: la Sardegna non la conosco proprio, non ci sono mai stata e credo dovrò rimendiare!
La Sardegna ha tante storie. E tutte bellissime. Trovi sorrisi e storia, mare e buona cucina. Quando andrai te ne innamorerai, come succede a tutti.