Tanta dolcezza in ogni vetrina
Chissà come si evolverà la situazione in Turchia. Chissà se rimarrà un paese facile e sicuro da visitare, con uomini e donne libere di esprimersi e muoversi. Ho molti ricordi di questa terra forte e arrogante e me li conservo gelosamente, sperando che la libertà e la giustizia si facciano spazio tra la polvere di questo tempestoso periodo.
Cosa collego alla parola Turchia? I dolci!
Se ripenso alle strade e ai mercati turchi emergono immediatamente ricordi di profumi e sapori di zucchero e miele. Ovunque, dalla più umile della botteghina di strada alla più raffinata pasticceria, in Turchia dominano incontrastati i dolci.
Dolci a non finire
Non c’è pasto che non si concluda con un dessert, non c’è festa religiosa in cui non ne vengano serviti a sazietà. Hanno un gusto pieno, per niente discreto. Basti pensare alle grandi piramidi di baklava, specialità di Istanbul, che occhieggiano dalle vetrine delle pasticcerie: ogni mezz’ora qualcuno provvede a versarci sopra una consistente dose di sciroppo di zucchero per mantenerli morbidi e incredibilmente dolci.
Oltre al baklava, che è una sfoglia ripiena di noci e pistacchi, un altro classico è il lokum, cubetti di zucchero e amido di granoturco, accanto a lokma e tulumba, dolcetti fritti, di farina e zucchero e aromatizzati alla cannella.
Molto comuni sono anche i budini: il su muhallebisi ha una base di latte molto simile alla panna cotta, stemperato dall’acqua di rose; il firinda sutlac simile al nostro budino di riso, condito con resina balsamica.
E la frutta? Dolcissima!
Anche la frutta entra spesso nella composizione dei dolci, i ristoranti non mancano mai di servire albicocche secche allo zucchero, o la zucca candita, insieme all’ayva tatlisi: un composto di mele cotogne con limone e chiodi di garofano.
Parole di zucchero
Recita un proverbio turco: “Mangia dolce per parlare dolce”. Che meraviglia se bastasse un dolce per risolvere i problemi tra gli uomini. Sarebbe meraviglioso vedere stringere mani davanti a biscotti e creme colorate. Non possiamo fare altro che aspettare che lo zucchero presente nel cuore di molti turchi si sciolga e che le mani, appiccicose di miele, si stringano di nuovo.
Ma io sto male! Che meraviglia!! Non amo i dolci, ma questa storia mi affascina molto, soprattutto la frase finale. Magari fosse così semplice, però se uno ci crede, magari funziona!
Magari! Riempiremmo il mondo di cannoli e pasticcini!
Pensa la Turchia non sono Mai riuscita a visitarla e mi sarebbe piaciuta ma Ora come Ora… Attendiamo tempi migliori! Grazie
Io ne sono sempre stata attirata per motivazioni letterarie (dai misteri del Topkapi di Ambler o Assassinio sull’Orient Express di Agatha Christie) e ci sono stata varie volte. E’ davvero bellissima, dalle grandi città fino alla Cappadocia per arrivare al mare. Un anno ho anche avuto la fortuna di vedere Istanbul e il Bosforo coperti di neve. La Turchia è davvero magica. Speriamo in una svolta mondiale, in modo che noi viaggiatori possiamo ricominciare a considerare molte mete in questo momento troppo pericolose.